I GDR sono in circolazione da ormai piu' di trent'anni, e per quanto probabilmente non sia la prima, la generazione del loro boom - piu' numerosa - comincia ad avere figli dell'eta' giusta per essere interessati.
Capita cosi' di leggere interessanti articoli come questo, in cui i genitori-giocatori raccontano e si confrontano sulle loro esperienze e su quelle che stanno vivendo i loro figli.
L'autore dell'articolo in particolare ha deciso di proporsi come DM (il gioco prescelto e' D&D), perche' cosi', anziche' lavare i piatti e poi giocare un po' a WoW ha il piacere di vedere sua figlia e i suoi amici divertirsi con lui.
Preparare avventure per i piu' piccoli, secondo lui, e' piu' complesso (per mantenere il loro interesse) che con gli adulti, anche se su questo non si sofferma molto.
Un punto molto interessante su cui si sofferma e' che sua figlia, introdotta prima di tutto al mondo dei videogiochi, anche MMORPG, lo trova troppo limitato. I videogiochi non permettono di fare "tutto cio' che vuoi". Il GDR invece si', grazie al DM umano.
(Alla faccia di chi dice che i giovani d'oggi non hanno piu' immaginazione.)
E' anche molto interessante che piu' ancora che con gli adulti i giocatori ragazzini assumono dei ruoli ben definiti, non nel senso di ruoli dei loro personaggi, ma di relazione sociale tra di loro. Ci sono quelli che vogliono buttarsi a capofitto nell'azione e quelli che vogliono usare piu' prudenza (ascoltare dietro la porta chiusa).
E questo a quanto pare e' un aspetto del gioco molto importante.
Bell'articolo, a cui aggiungo solo una mia riflessione. Sento sempre i genitori-giocatori raccontare la loro esperienza facendo da DM ai loro figli. Io, ai miei tempi, invece cominciai come Dm in erba con i miei amichetti.
Certo, la vecchia Scatola Rossa ti metteva nelle condizioni ideali per camminare da solo. Chissa' se anche quella che uscira' in autunno tornera' a farlo.
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