giovedì 11 febbraio 2010

Ma, soprattutto, perche'? (1)

Ho gia' parlato tempo fa di quelle che considero le linee generali per scrivere un'avventura; oggi mi trovavo a riflettere su un punto in particolare.

"Perche'?"
E' una delle 5 "domande fondamentali" del giornalismo (che si possono applicare ad ogni forma di narrazione, non solo alla cronaca).
Ma per la narrativa, e soprattutto la fiction, questa domanda assume un ruolo secondo me fondamentale. La realta' e' quello che e' e quando apriamo il giornale tendiamo a prendere per buono quello che c'e' scritto, per quanto assurdo o magari incompleto, incomprensibile. E probabilmente facciamo molto male, ma il punto non e' questo; e' che invece, quando si tratta di fiction, siamo molto piu' critici e increduli. E gli autori, di conseguenza, devono catturare la nostra attenzione facendo scattare in noi un meccanismo chiamato appunto "sospensione di incredulita'".

Ora, in parte ci si basa sui cliche' di genere per arrivare alla sospensione di incredulita'. Ma da soli non bastano. Occorre aggiungerci un pizzico di verosimiglianza.

"Ma un'avventura di GDR non e' un romanzo o un film".
Infatti.
Non solo dobbiamo mantenere la sospensione dell'incredulita' dei giocatori, ma dobbiamo anche evitare la sensazione di "deus ex machina" e di railroading (ovvero, le cose accadono "perche' lo dico io").

Ed e' qui che ci viene in aiuto proprio quella magica parolina: perche'?

(continua)

Nessun commento: