domenica 29 marzo 2009

Razze nuove, o anche lavate con perlana

L'idea di avere molte razze giocabili, e soprattutto molte razze esotiche, e' indubbiamente un fenomeno piuttosto recente.

Se andiamo a guardare ai racconti fantastici premoderni, almeno quelli occidentali, i protagonisti sono sempre e solo umani. Tutt'al piu' possono essere dei semidei, ma non hanno mai segni esteriori particolari (a parte essere belli e valorosi, kalos kai agathos in greco). Folletti, esseri piu' o meno mostruosi, sono solitamente antagonisti e occasionalmente spalle, o alleati dell'eroe.

Invece negli ultimi anni il non-umano si e' fatto sempre piu' strada. In D&D ora si possono immaginare taverne simili a quella di Guerre Stellari, il piu' famoso space opera.
Diverse razze poi sono state rivisitate; in alcuni casi avvicinate all'umano (gli shifter che sono piu' umani di un licantropo tout court, il Dhampyr che non e' un vero e proprio vampiro, il tiefling), in altri allontanate, rese piu' alternative (elfi, i nuovi gnomi che sono a tutti gli effetti dei folletti, dei pixie piu' che gli gnomi a cui si er abituati in D&D).

E in quasi ogni caso queste razze vengono presentate come minoranze affermate, non come individui singoli tutti mezzo-qualcosa e mezzo-qualcosaltro. (concetto che biologicamente ha proprio poco senso, peraltro)

Human: The Rarity anche in casa Wizards of the Coast.

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