sabato 20 dicembre 2008

Gestione "realistica" delle lingue

Come teorizzare in maniera semplice ed astratta le lingue non e' un problema solo dei giochi di ruolo. In effetti, una misura standard dell'abilita' linguistica ha applicazione anche nel mondo nostro e sono state elaborati degli schemi, tra cui quello di autovalutazione legato al CV Europeo.
E quindi che cosa di meglio per una trattazione realistica che pescare proprio dai metodi di classificazione in uso nella realta'?

Prima di tutto e' opportuna una piccola avvertenza: gestire le lingue in maniera realistica anziche' considerarlo un semplice elemento secondario complichera' la vita relazionale dei PG. Se poi non si usa come riferimento una Lingua Comune, ancora di piu'. Si ha quello che avviene nel nostro mondo: necessita' di traduttori e cosi' via. L'impatto sul gioco e' tutt'altro che trascurabile!

Cio' detto, vediamo come fare operativamente.

La gestione delle lingue conosciute e' meglio tenerla separata dalla gestione delle altre abilita' e cio' e' particolarmente vero in D&D (e dal tiro del d20): fare altrimenti porta a risultati piuttosto ridicoli (lo dico per esperienza).

Ogni lingua fara' storia a se': una sola abilita' generica porterebbe poi a risultati ridicoli, tanto vale a quel punto tenere la gestione bianco/nero di D&D. Quindi e' opportuno stilare la lista delle varie lingue, decidendo quante se ne vogliono avere, ovvero quanto si vuole che la divisione sia fine, anche a seconda di come e' costruita l'ambientazione (ad es. potrebbero esserci piu' nazioni di elfi ciascuna con la propria lingua nazionale).

Anche se il sistema prevede per le abilita' una gradazione fine, e' piu' semplice avere invece dei gradoni (3 o 5 per esempio). Volendo si puo' anche sdoppiare la conoscenza della lingua parlata e del relativo alfabeto, che sono tutt'altro che correlate nella realta' (parlo con cognizione di causa dato che ho studiato il giapponese ).

Perche' pochi gradini? Perche' sono facilmente descrivibili con degli aggettivi.
3 gradini: principiante - uso quotidiano - madrelingua
5 gradini: principiante - se la cava con cose semplici - uso quotidiano - madrelingua - madrelingua colto

Spiegazione
principiante: e' in grado di esprimere/capire solo concetti elementari, ad es. comprare il pane
se la cava con cose semplici (solo a 5): e' in grado di fare/capire una conversazione semplice, ad es. dire che cosa hai mangiato ieri
uso quotidiano: e' in grado di affrontare la vita di tutti i giorni senza problemi, ma potrebbe non capire discorsi difficili, barzellette ecc.
madrelingua: e' in grado di capire tutto (a 5: ma potrebbe avere qualche difficolta' con termini tecnici inusuali, ad es. scientifici o di filosofia)
madrelingua colto (solo a 5): e' in grado anche di capire anche i termini tecnici piu' oscuri

Se proprio si vuole introdurre della casualita', si puo' considerare che un personaggio abbia un punteggio di: 8 per ogni gradino (a 3) 5 per ogni gradino (a 5). Se e solo se il PG si trova in una situazione in cui non riesce automaticamente (cioe' che sia superiore alla sua conoscenza), allora fara' un tiro per vedere se riesce a capire/sostenere la conversazione o no.

Un personaggio alla sua creazione conosce: a 3: le due lingue di partenza razziali a 3 a 5: le due lingue di partenza razziali a 5

Oppure, si puo' concedere piu' liberta' e trasformarli in "scatti" che il giocatore puo' inserire per personalizzare il suo background culturale (es. e' un tiefling, ma cresciuto con gli elfi), con una limitazione pero': non avere nemmeno una lingua da madrelingua e' una cosa che andrebbe spiegata (PG cresciuto dai lupi o cose del genere...).

Il talento Linguista si puo' convertire a questo sistema cosi': concede 6/9 (6 con 3 gradini, 9 con 5) "scatti" da spendere a piacimento in alcune lingue (che porterebbe a "uso quotidiano" in 3 lingue; penso che sia il valore piu' appropriato da dare, soprattutto soppesandolo rispetto agli altri talenti).

1 commento:

Zalantos ha detto...

questa soluzione lascia comunque il problema al DM sulla corretta gestione dei punti della lingua, cioè deve saper decidere con cura cosa significa "principiante" o "se la cava con cose semplici", discorso ancora più complicato pensando a linguaggi immaginari (per quanto mio padre non parli una parola di inglese le conosce anche lui parole (e la loro traduzione) come hello o bed & breakfast; non sono sicuro che in un mondo immaginario il popolano comune conosca il saluto elfico
diciamo che il discorso dipende da caso per caso, considerando il background di un pg/png, l'ambientazione e il DM

detto questo, penso che questa piccola regola sia un appesantimento inutile e ancora più complicato della semplice gestione "sai o non sai" e preferisco decidere io come DM (o come pg se me ne è data la possibilità) in che modo so parlare/capire una lingua